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      Belve e serpenti,
      gridò "noi siamo i compagni dell'Apostol di Dio; partitevi di qui o sarete sterminati." E le bestie a sgombrare quetamente portando seco i lor nati, e i Berberi a convertirsi, dicon le croniche, nè v'ha ostacolo a crederlo. Con un'altra scena troncò le dubbiezze degli Arabi, che, messisi a fabbricar la Moschea, andavan cercando la dirittura della Mecca, la kibla, com'essi dicono, alla quale il Musulmano dee guardare quand'ei fa le preci. Mentre gli altri osservavan le stelle il meglio che poteano, egli ebbe un sogno; diè di piglio alla bandiera; seguì una voce sovrumana; e, dove quella gli disse "resta," fisse in terra l'asta e fe' innalzar la Moschea cattedrale. Costruirono anche il palagio del governo, le case dei grandi, gli abituri della minor gente: di argilla la moschea, di canne le case, dice un antico scrittore(200); nè pensarono per lungo tempo a mutare in lor uso gli avanzi d'architettura romana che offriva il luogo(201). Oltre a ciò posero alberghi, o com'essi dicono menzil, pei viandanti, a giuste distanze lungo le strade della provincia.
      In cinque anni questi ordinamenti progrediano, e O'kba portava le armi sempre più verso ponente tra le tribù berbere; quando il califo il depose; unì di nuovo l'Affrica all'Egitto, e un novello capitano, per nome Abu-Mohâgir, imprigionò O'kba e smantellò il Kairewân: pensando forse che invano si sarebbe prodigato il sangue dei Musulmani nell'indomabile provincia, e che piuttosto era da pigliare i Berberi con le buone.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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