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      Per necessaria contraddizione della teocrazia, i dottori vollero comandare al pontefice e re: e tanto o quanto ne vennero a capo; se non che il lione di tratto in tratto lor dava qualche zampata. Cosģ Abu-Hanīfa (699-767), primo tra gli imām della scienza, i dottori principi, a nostro modo di dire, era morto in prigione, martire, come Papiniano, di sue dottrine e coscienza. Ma non guari dopo Mālek-ibn-Anas (712-795) guadagnava tanta riverenza appo Harūn-Rascīd, animo grande e civile, che il califo pensņ dare virtł di legge al Mowattā, come si addimandņ l'instituta di quel giureconsulto; dal che Mālek stesso lo ritenne, non sappiamo se per modestia, o perchč tal sanzione gli paresse illegittima, e lesiva al grado della scienza. Un'altra fiata, richiesto da Harūn di dare lezioni all'erede presuntivo della corona, Mālek gli rispose che la scienza, nobile sopra tutt'altra umana possanza, non dovesse servire altrui ma essere servita; donde il califo, scusandosi, inviņ il figliuolo con gli altri giovani della cittą alla moschea dove Mālek tenea scuola. Sotto altro monarca, Ibn-Hanbal fu vergheggiato (834) perchč contro gli editti del califo sosteneva increato il Corano; ma il domma del califo andņ gił, e venuto a morte Ibn-Hanbal (855), dicesi che a Bagdad accompagnassero il feretro meglio che secentomila persone, e che ventimila tra Cristiani, Giudei e Guebri si convertissero immediatamente all'islamismo, trasportati dal fervore del popolo che celebrava a una voce la dottrina e virtł di quel grande.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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