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      Predominarono quale in un paese quale in un altro; e cosģ oggi rimane in Turchia e in India la dottrina di Abu-Hanīfa, e in Affrica quella di Mālek, introdottavi per lo primo da Ased-ibn-Forāt e da altri suoi contemporanei, ma non fatta legge generale del paese che ne' principii dello undecimo secolo(230).
      Cominciņ in Affrica l'opposizione pacifica dei dottori quando Abu-'l-Abbās-Abd-Allah, figliuolo e successore d'Ibrahim (812-817), pensņ di mugnere i proprietarii a beneficio proprio e delle milizie; donde avvenne che queste rimanessero chete per tutto il suo regno. Parendogli incerte e sottili le entrate della tassa fondiaria, che ragionavasi a dieci per cento su le raccolte e prendeasi in derrate, Abd-Allah, a spreto degli statuti, la volle in danaro, a tanto per aratata di terreno coltivato, senza guardare ad annata buona o scarsa. A questi ed altri soprusi risentendosi i cittadini, andavano i pił rinomati e venerandi della provincia a trovarlo in fortezza; gli ricordavano, cosģ dice un cronista, "i precetti della religione e il ben della repubblica musulmana;" e, ridendosi il despota di coteste parole, volgean essi sdegnosamente le spalle alla reggia, quando un Hafs-ibn-Hamīd, ch'era in odore di santitą, s'arrestņ nel cammino, e fece sostare i compagni. Lor disse ch'era da disperare ormai delle creature, non gią del Creatore; poi fervorosamente intonņ una preghiera a Dio che punisse lo scellerato principe; e ad ogni imprecazione gli altri in coro rispondeano: Amen. La complicitą delle milizie col principe ritenne al certo i barbassori dal passar dalle scomuniche a pił gravi fatti.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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