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      E perchè nel faticoso cammino della umanità è sempre avvenuto che i principii d'ordine fossero usurpati e contaminati dal dispotismo, e appena oggi si comincia a vedere qua e là nel mondo qualche popolo che sappia innestarli con la libertà, non fia maraviglia se verso la fine dell'ottavo secolo i monarchi musulmani di Spagna, volendo dar sesto alla società, cadessero nella tirannide, o piuttosto intraprendessero l'opera dell'ordine e incivilimento al solo fine incivilissimo di prevalersi senza ritegno del comando. Seguendo l'istinto che porta i tiranni a spolpare i sudditi per ingrassare le soldatesche stanziali, Hâkem-ibn-Hesciâm (796-822), terzo principe omeîade di Spagna, uom prode e di forte animo, ma beone, dissoluto e crudele, provocò di soverchio il popolo della capitale. Aggravati col nuovo balzello della decima su le vittuaglie; dispettosi del vedere armar legioni di schiavi comperati a posta e rizzare fortezze e tener cavalli schierati innanzi la reggia, i cittadini di Cordova si risentirono; rincorati dai giuristi, i quali in Spagna come in ogni altra provincia sosteneano la primitiva libertà dei Musulmani. Indi Hâkem a far morire i caporioni della resistenza legale; indi i cittadini a congiurare per deporlo dal trono; e dalle congiure i soliti tradimenti e supplizii; finchè la rattenuta ira scoppiava alle violenze d'uno schiavo soldato contro un cittadino.
      Il borgo meridionale, frequentissimo di popolo, si levò incontanente a romore (25 marzo 818); dove spinti da Hâkem gli stanziali negri, il giund e sue schiere di ribaldi raunaticci, il giorno appresso il borgo fu espugnato; messo per tre dì a ruba, a sangue ed a fuoco; distruttevi dalle fondamenta case e moschee; trecento cittadini dei più notabili, sgozzati e sospesi ai pali in orrida fila lungo il Guadalquivir.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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