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      Perchè Adelchi, con lo irrequieto suo valore e ardenti speranze, dava opera a muovere i feudatarii longobardi soggiogati; ricordava l'onore e gli interessi del comun sangue ad Arigiso duca di Benevento, rimaso indipendente fin allora; e stigava alla guerra la pigra corte bizantina, mostrandosele tutto devoto e pronto a grecizzare egli e tutti i Longobardi, tanto che per arra ei prese il greco nome di Teodoto. Donde gli imperatori, tra la voglia e il sospetto, necessariamente provvidero che il ministro loro in Sicilia aiutasse e vegliasse que' principi cospiratori. Le pratiche si riscaldarono quando Arigiso fu sforzato a dirsi vassallo di Carlomagno, e papa Adriano, gustate le dolcezze dei dominio temporale, pensò ad allargar i confini meridionali del nuovo Stato.
      Perchè veggiamo che mentr'ei piativa con Carlomagno per questa e quell'altra città dell'Italia di mezzo, noverata nella donazione e ritenuta pure in man dei Franchi; mentre allegava qua una ragione e là un'altra, e fin le testimonianze di vecchi centenarii, per provare agli oficiali del re che San Pietro avesse tenuto ab antico tale e tal possessione(276), Adriano ebbe ricorso ad argomenti più persuasivi. Con la riputazione di San Pietro, coi titoli di proprietà del principe degli apostoli, e le armi materiali levate nel santo suo nome, aggiuntovi solo la riputazione e un po' di rinforzi di re Carlo, Adriano si promettea di spogliare i nefandissimi Napoletani, i nefandissimi Beneventani e i Greci odiati da Dio, e sgarare il nefandissimo Adalgiso e il nefandissimo patrizio di Sicilia: chè con questi predicati, nè caritatevoli nè decenti, li vien chiamando il vicario di Cristo, scrivendo di loro a Carlomagno(277). In una lettera a chiare note gli dicea voler soggiogare quei paesi "al servigio del Beato Pietro principe degli apostoli, di re Carlo e suo proprio(278)." Indi è manifesto il baratto, forse una novella partizione d'Italia, che venía proponendo quel grande intelletto di Adriano, al grande intelletto di Carlomagno.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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