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      Dico della istituzione dei difensori eletti dalla plebe: ombra di tribunato, o a dire propriamente, avvocati del popolo, che avean dritto a essere intesi dai giudici, dai governatori e dal principe; il quale officio poi si accordò anche all'ordine ecclesiastico; e, occupato infine dai vescovi, accrebbe non poco la loro potenza civile in Occidente. Molti documenti provano che così fatto sistema municipale fosse pienamente osservato in Sicilia, e ci mostrano in varie città i titoli di possessori e curiali, di padri e primi e decemprimi, e di difensori; cioè gli elettori, gli antichi magistrati municipali e il nuovo officio: ai quali collettivamente son indirizzati rescritti dei principi per negozii di giurisdizione municipale. Inoltre un rescritto imperiale, dato alla fine del quarto secolo, attesta che le città di Sicilia, siccome quelle d'altre provincie, ritenessero i beni lor proprii. E come in appresso non v'ha legge che abbia innovato quegli ordini, e li veggiamo andare innanzi bene o male per ogni luogo, non è dubbio che le instituzioni municipali durassero nell'isola fino al conquisto dei Musulmani(341).
      Dai corpi intermedii rivolgendoci al principato, non possiam fare che un cenno del sistema generale dell'Impero. Questo, come ognun sa, riteneva i vizii non la forza dell'antico reggimento dei Cesari, spogliato d'ogni avanzo di libertà e contigiato all'asiatica; assicurato dalla compiuta separazione dell'ordine militare dal civile; dalla vastità di quest'ultimo; e infine dall'accordo che Costantino iniziò, e compierono i successori, accordo col clero cristiano che prestò all'Impero il pastorale, e n'ebbe in cambio l'aiuto della borsa e della spada.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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