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      E così pensan sempre i deboli mettendosi a scherzare coi forti; e i più avventurati, come fu Eufemio infino alla sua morte, riescon sì ad aggiustare qualche parte di lor macchina; ma, presto o tardi, necessariamente succede un contrattempo che fa rovinare il tutto, e dà l'acquisto a chi ha in mano la possanza. Da un altro canto, com'e' pare, sbarcavano in Affrica oratori del Palata, mandati a studiare il disegno del nemico(428): e Ziadet-Allah pendeva irresoluto.
      Nondimeno adunò a parlamento i notabili del paese, tra i quali fu disputato a lungo su la giustizia e utilità di quella guerra. Ingiusta pareva ai più, reggendo tuttavia la tregua dell'ottocentotredici; ma rispondeasi essere stata violata da' governanti della Sicilia, ritenendo prigioni parecchi Musulmani, com'aveva affermato Eufemio a Ziadet-Allah. Consultati su tal dubbio i due cadi, Abu-Mohriz avvisava si pigliasse tempo a chiarir meglio il fatto; Ased, all'incontro, volea che lì lì se ne domandasse ai medesimi oratori di Sicilia. "E come crederemo" ripigliò Abu-Mohriz "a ciò che diran costoro a carico o a difesa di sè stessi?" E Ased a lui: "Su le parole degli ambasciatori fermossi già la tregua, e su lor parole si spezzerà." E focoso continuava: "Non vi sbigottite, o Musulmani, ha detto il sommo Iddio, non vi sbigottite; chiamate le genti all'islam, e avrete il primato sopra di quelle! Ubbidiamo dunque al divin precetto, in vece d'appigliarne sì tenacemente alla tregua con gli Infedeli, e rimarremo al di sopra!" Mutato per tal modo da Ased il centro della quistione, e messo innanzi un argomento al quale niun Musulmano potea dir contro, Ziadet-Allah interrogò gli oratori, tra i quali si trovava, forse da interprete, un Musulmano; i quali risposero: "È vero, sono stati imprigionati i vostri in Sicilia, ma a ragione; poich'essi non se ne andarono a tempo debito(429)." Così non sinceraronsi punto i dotti musulmani della infrazione della tregua, nè cessarono di ripugnare alla guerra di Sicilia(430): ma il pretesto v'era; il fanatismo religioso e le cupidigie mondane gli dettero forza di ragione; e il principe, i guerrieri, il popolo trovarono, senza meno, che il solo Ased intendesse bene la legge.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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