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      Bonifazio secondo, conte di Lacca, sapendo i casi di Sicilia, o provocato da qualche insulto che avesser testč fatto pirati musulmani in Corsica, accozzava le genti con Berengario fratel suo, e altri conti della Toscana; allestivano un'armatetta; e, fatto vela per la Corsica e non trovandovi il nemico, andavano a cercarlo in Affrica. Posero a terra tra Utica e Cartagine, dicono gli annali d'Einhardo; presso Kasr-Tūr, leggiamo, per tradizione di Lebīdi, nel Riadh-en-nofūs; e rotti in cinque scontri i Musulmani con molta strage, ma perduto poi per troppa temeritą un po' delle proprie genti, se ne tornarono in Italia. Cosģ Einhardo(472). Il Lebīdi riferisce con altri particolari il medesimo successo. Narra che Mohammed, figlio di quel Sehnūn-ibn-Sa'īd, che fu giurista di alta fama in Affrica; andando da Kairewān a Kasr-Tūr a far la ispezione dei posti di guardia, e sentendo gridare accorruomo dalla gente della marina e dei villaggi assaliti dagli Italiani, occorsevi, com'era, sopra una mula da viaggio, senza perder tempo a mandare a Susa per un cavallo; vestģ la corazza, s'armņ di spada e lancia; adunņ gli uomini del castello, le guardie della costiera e una mano di Beduini; e, caricato il nemico che s'era messo a far preda e prigioni, dopo sanguinosa zuffa, lo ruppe e sforzņ a rifuggirsi su le navi(473). La quale fazione nel cuor dello Stato aghlabita bastava a distogliere Ziadet-Allah dalle cose di Sicilia, quand'anco avesse avuto voglia d'aiutare l'esercito contumace, e forze da farlo, e quiete in casa(474).


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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