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      Quinci i Musulmani avrebbero dominato quel che poi si chiamò val di Mazara, che si stende a ponente del fiume, ed è la regione più aperta dell'isola; avrebbero fronteggiato Castrogiovanni che s'innalza a greco di Caltanissetta a mezza giornata di cammino; e il fiume li avrebbe diviso dalla provincia che occupa l'angolo tra levante e mezzodì, montuosa e assicurata dalle armi bizantine di Siracusa. Il sito però ottimamente era eletto. Ma impadronitisi i Musulmani di Ghallûlia, si appresero malattie nell'esercito; scoppiarono in fiera pestilenza, e ne morirono Asbagh stesso e parecchi condottieri. Deliberati gli altri ad abbandonare la città, i Bizantini che n'ebbero sentore, li assalirono nella ritirata. Dopo lunghi e sanguinosi combattimenti, gli avanzi dell'esercito giunsero alfine alla marina, forse di Mazara. Dove, risarciti i legni, se ne tornarono sconsolati in Ispagna(498).
      Ma mentre Asbagh s'era avviato a Mineo, un altro stuolo musulmano, la più parte Affricani, mosse, com'e' pare, da Mazara, alla volta di Palermo; e principiò l'assedio lo stesso mese di giumadi secondo del dugento quindici (25 luglio a 22 agosto 830) che fu rotto Teodoto(499). La occupazione di Ghallûlia assicurò gli assedianti dalle forze bizantine che potessero venire ad assalirli da Castrogiovanni, ovvero da Siracusa; e il disastro dell'esercito di Asbagh tornò loro men grave, poich'e' pare che non pochi condottieri, in vece di ritrarsi alla marina verso ponente e mezzodì andassero al campo sotto Palermo(500). Città fondata dai Fenicii innanzi la venuta delle colonie greche in Sicilia; rinomata nelle guerre puniche; prosperante o meno consumata che le altre sotto la dominazione romana; forte nel sesto secolo quando espugnolla Belisario; popolata e ricca nel settimo, come ne fan fede le epistole di San Gregorio; e durava la importanza sua nella rivoluzione d'Eufemio.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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