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      A questo tempo appartiene un dirhem, pubblicato dal Tychsen, e ch'io non ho visto. Se non è falso, servirà a confermare che nel dugento venti dell'egira (4 gennaio a 24 dicembre 835) Mohammed-ibn-Abd-Allah reggea la Sicilia, e che battea moneta di argento col nome suo e del principe d'Affrica; sì come avea fatto sei anni innanzi Mohammed-ibn-el-Gewâri(515).
      Nondimeno per due anni non seguì fazione d'importanza, per cagion delle preoccupazioni che dava ai Musulmani l'assetto delle proprietà e d'ogni altra civil faccenda; ed anco per la riputazione di Alessio Muscegh, nuovo patrizio di Sicilia. Questo bello e valoroso giovane armeno era salito in subito favore appo Teofilo, sì che, tra' suoi ghiribizzi, lo fidanzò alla propria figliuola Maria, ancorchè bambina; lo fe' patrizio, proconsolo, maestro degli offici a corte; gli diè titolo di Cesare, e lo destinava forse a succedergli nello impero, quando insospettito per mene di palagio, volendo allontanarlo, lo prepose all'esercito di Sicilia (832). E i cronisti bizantini che dipingono sì studiosamente ogni inezia e perfidia di corte e confondono nell'ombra il resto de' fatti, si contentano qui d'aggiugnere ch'Alessio egregiamente compiè i voleri dello imperatore; potendosi al più inferire da qualche parola che, fatte genti in Calabria, cominciasse già a ristorar la guerra nell'isola. Ma tra i nemici che avea lasciato a Costantinopoli, e que' che l'invidia gli suscitò d'un soffio in Sicilia, fu accusato di pratiche coi Musulmani; di tramare ribellione: solite contraddizioni della calunnia, che Teofilo si bevve senza esame.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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