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      L'anno appresso intraprese piů grossa guerra. Principiando dal campo di osservazione, lo combattč una terza fiata (835); espugnň gli alloggiamenti, li saccheggiň, vi fece prigioni la moglie e un figliuolo del patrizio che capitanava lo esercito; e tornatosi egli in Palermo, mandň un grosso di genti con Mohammed-ibn-Sâlem infino a Taormina, su la costiera orientale, i quali fecero ricco bottino. Altre gualdane saccheggiarono altri luoghi. Tra coteste vittorie scoppiava contro Abu-Fihr una sollevazione militare in cui fu ucciso, e gli omicidi si rifuggirono presso l'esercito cristiano(518).
      Mandato da Ziadet-Allah in Sicilia, in luogo del congiunto, un Fadhl-ibn-Ia'kűb, segnalossi immantinente con due correrie, l'una sopra Siracusa, l'altra forse nelle parti di Castrogiovanni; poichč leggesi che il patrizio andň con grosso stuolo a tagliar il cammino ai Musulmani. Se non ch'essi furono pronti ad afforzarsi in un aspro terreno e boscaglie intricate, ove il nemico non osň assalirli. Aspettato invano insino a sera che scendessero quelli a combattere, le genti del patrizio, com'era l'indole delle milizie bizantine, piů neghittose che vigliacche, si partirono; sciolsero gli ordini nella ritirata. Addandosene i Musulmani, saltavan fuori da loro rupi, caricavano il nemico d'una carica vera, dicono gli annali, e lo sbaragliavano: il patrizio, ferito di parecchi colpi di lancia, cadde da cavallo, ma fu valorosamente difeso da' suoi, tanto che sel portarono fuggendo cosě mal concio, abbandonando armi, arnesi, cavalli.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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