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      Ma le entrate che ne tornavano ai Musulmani si scompartivano in varie guise; e sempre con inevitabile disuguaglianza; avvenendo che le terre prese or si dividessero, or si tenessero in demanio; e che il ritratto dei poderi demaniali e le contribuzioni su le terre lasciate ai Cristiani si assegnassero ai corpi del giund, in una maniera che variava dal mero pagamento di stipendio infino al beneficio militare. Or i corpi del giund, consorterie autonome, civili insieme e militari, spiccandosi dalla capitale per andare ad abitar cittą o castella vicine ai poderi, diventano al tutto stati nello stato, portavan seco tutti i vizii della feudalitą; opprimeano la popolazione rurale; molestavano i vicini musulmani o cristiani; erano per ogni verso fomiti di turbolenze. Da un'altra mano, lo assegnamento degli stipendii o beneficii e la divisione delle terre, per legge musulmana e natura stessa della cosa, davan luogo ad arbitrio e ingiustizia: onde si raccendeano le antiche ire delle schiatte, delle tribł, delle famiglie; i Berberi si sentiano lesi dagli Arabi, gli Arabi Iemeniti dai Modhariti, questa parentela da quella; e scorreva il sangue; si perpetuavano le nimistą; il governo della colonia diveniva difficil opra ogni dģ pił che l'altro. Tanto era avvenuto in Affrica, in Ispagna, per ogni provincia musulmana. Io lo scrivo sģ francamente anco della Sicilia, perchč quegli elementi sociali portavano a quegli effetti, e ne veggiamo spuntare i segni qua e lą negli annali siciliani dei tempi susseguenti.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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