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      Si impadronirono d'una porta coi bastioni attigui, aspettando Mohammed che dovea venire a tal ora, ed avea lor comandato stessero raccolti senza dar mano al saccheggio. Ma que' non volendo lasciar altrui le primizie di sì ricca città, si sparsero a far prigioni e preda; scoprirono ch'erano un pugno d'uomini; onde i cittadini, risentendosi dal primo stupore, li cominciarono a incalzare: e l'ora intanto era scorsa, nè comparivano le bandiere di Mohammed. Però temendo non il nemico gli avesse intercetto il cammino, gli entrati in Taormina si tennero spacciati; diersi alla fuga; e s'imbatterono nei compagni quando la città era richiusa e fallito il colpo: nè altro partito a Mohammed restò che di tornarsi in Palermo(601).
      Già la vittoria seguiva la disciplina, passava dal musulmano campo al greco. Poco appresso il fatto di Taormina, di rebi' primo del medesimo anno (18 febbraio a 19 marzo 869), Khafâgia movea sopra Tiracia, com'io leggerei in Ibn-el-Athîr, e risponderebbe a quella che poco appresso fu chiamata Randazzo(602). Non si sa ch'ei la espugnasse. Mandata intanto fortissima schiera, col figliuolo, a Siracusa, l'esercito cristiano uscì a incontrarla; si combattè fieramente d'ambo le parti; quando, caduto nella mischia un de' più valenti guerrieri musulmani, gli altri dier volta: inseguiti da' Greci e perduta molta gente, rifuggironsi al campo di Khafâgia. Il quale a rifarsi dell'onta marciò con tutto lo esercito a Siracusa; guastò il contado, pose l'assedio alla città; ma accorgendosi che gagliardamente la si difendesse, levato il campo, riprese la via di Palermo.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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