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      Poi celebrò la messa; comunicò i guerrieri con le proprie mani; e, preparandosi ad ogni evento, se ne tornò a Roma. Avvistatesi intanto a Ostia le barche affricane, i nostri corsero alle navi con doppio ardire; appiccarono la zuffa; e poteron credere in vero ad aiuto soprannaturale, quando, non decisa per anco la sorte della battaglia, levossi una tempesta che sbaragliò gli Infedeli, non usi la più parte al mare, montati su triste barche; mentre gli induriti navigatori di Napoli, d'Amalfi, di Sorrento, di Gaeta, su lor provati legni non se ne moveano. Indi orribile la strage dei Musulmani, annegati, trafitti, sbalzati a terra, ove i baroni romani li pigliavano e li impiccavano; anche i preti osavano metter loro le mani addosso per incatenarli. Leone ornò di loro spoglie le chiese di Roma; fe' lavorare i prigioni alla fabbrica delle mura; e riportonne una gloria che pochi altri papi han saputo meritare(634).
      Non andò guari che Lodovico Secondo, figliuol di Lotario, presa la corona imperiate (850) vivente il padre, cominciava in persona a combattere i Musulmani dell'Italia meridionale, contro i quali poi si travagliò circa venticinque anni. Tra lo assalto di Roma e la sconfitta d'Ostia, gli ausiliari di Benevento non avean dato respitto al vicin paese. Capitanavali un Massar, come lo chiamano gli scrittori cristiani, l'indole generosa del quale par che ripugnasse al suo reo mestiere. Narrasi che in una scorreria di otto dì, l'autunno dell'ottocento quarantasei, uscito di Benevento, ei desse il guasto al monastero di Santa Maria in Cingla e a quel di San Vito presso Isernia; abbattesse il castel di Telese; e si spingesse fino a Monte Cassino, Aquino ed Arce, depredando e struggendo ogni cosa, fuorchè il Monastero Cassinese: ove, non che far offesa, non lasciò afferrare al proprio cane un'oca dei frati, gli corse dietro con lo scudiscio, gliela trasse di bocca, e piantossi alla porta del monastero, perchè non vi entrassero gli altri seguaci suoi, men docili del cane.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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