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      L'anno appresso (881), Musulmani e Napoletani e partigiani di Pandonolfo, chè sovente scambiavan parte quegli arrabbiati cugini di Capua e gli amici d'oggi diveniano nemici domani, mossero insieme alla volta di Capua; posero l'assedio all'anfiteatro, che si guardava come fortezza. Nello stesso anno ottocento ottantuno, il papa andò di nuovo a Capua, a comporre o raccendere le liti(817); e, partendo in due la diocesi, consagrò vescovo un Landolfo, fratello di Pandonolfo, nella chiesa di San Pietro, che di lì a poco fu arsa dai Musulmani mandativi da Atanasio(818). E con ciò porrò fine alle cose di Capua, ove tutti i piccoli Stati dei contorni, tutti i potentati vicini o lontani, feudatarii franchi di Spoleto, condottieri bizantini, Musulmani di Sicilia, vescovi, conti, pretendenti e il papa con essi, si avvolsero per tanti anni in un brutto laberinto di violenze e perfidie.
      In questo mezzo, il papa, vergognando che il vescovo di Napoli lo avesse tenuto a bada per due anni, adunato un sinodo a Roma, del mese di marzo ottocento ottantuno, pronunziò contro Atanasio l'anatema, preludio, come ognun sa, della scomunica. Notevol è in quest'atto che il papa affermava avere profferto danari ad Atanasio, perchè spezzasse il patto coi Musulmani; e aver quegli amato meglio la parte che gli davano del bottino(819). Ma il vescovo, niente sbigottito, spacciati suoi segretarii in Sicilia, fe' venire più forte stuolo di Musulmani; i quali con Sichaimo loro re, dice Erchemperto, forse Soheim condottiero di tribù o masnada, si accamparono alle falde occidentali del Vesuvio.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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