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      I ricordi ecclesiastici del tempo, dei quali si tratterà in questo capitolo, danno indizio anch'essi della autorità politica assunta dagli ottimati: senza che il sacerdozio non avrebbe con tanta rabbia aguzzato contro costoro il pungolo della satira. L'autorità municipale poi occupò ogni potere, ossia i comuni independenti operarono come repubbliche, negli ultimi anni del nono e i primi del decimo secolo; quando lo impero del tutto li abbandonò.
      Pari autorità civile, con minore possanza e niuna gloria, serbarono i municipii della seconda classe di popolazioni, vogliam dire le tributarie. Nei principii del conquisto, tal condizione dovea parer comoda ai vincitori al par che ai vinti; sopratutto ai capi. E veramente, i condottieri musulmani senza fatica imborsavano il danaro e poteano scompartirlo con più largo arbitrio che il bottino; e i magistrati municipali si francavan dai pericoli della guerra, pagando agli Infedeli, poco più o poco meno, quel che soleano mandare a Costantinopoli; poteano inoltre distribuire il peso tra' lor miseri concittadini con maggiore ingiustizia che loro non ne concedessero le leggi dell'impero. Nondimeno l'odio religioso, il sentimento nazionale, e le molestie nascenti dalla licenza e discordia dei vincitori, sturbavano sovente i raziocinii dell'interesse materiale e spingeano l'aristocrazia municipale a spezzare i patti. Perchè quella società non sembri troppo più generosa dell'odierna società europea, si aggiunga lo scapito dei proprietarii, i cui servi e coloni spesso fuggivansi dai poderi; spezzandosi le catene dello schiavo altrui che riparasse in paese musulmano e si convertisse all'islamismo, divenuto liberto di Dio, come dicea Maometto(856). S'aggiunga infine il bisogno che portava le colonie musulmane ad estendersi, e si comprenderà come avvenia sì sovente che le città tributarie si ribellassero o i Musulmani le assalissero con pretesti.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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