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      Potrebbe per avventura farsi il ragguaglio con gli Stati cattolici e feudali del medio evo e con le due nazioni più giovani del mondo, cristiane entrambe e modello l'una di dispotismo, l'altra di libertà: e la bilancia penderebbe sempre a favor degli Arabi.
      La somma è che la schiatta vinta in Sicilia vivea meno aggravata sotto i Musulmani, che le popolazioni italiche di terraferma sotto i Longobardi e i Franchi. L'ostacolo della diversa religione dovea scemare ogni dì per le apostasie dei vassalli, e assai più degli uomini di condizione servile, i quali per conseguire libertà si rifuggissero appo i Musulmani dalle città independenti o tributarie; ovvero, se schiavi di Musulmani, abbandonassero la fede dei padri loro per le sollecitazioni dei nuovi signori, la certezza di più umani trattamenti, la speranza dell'emancipazione e la lontananza dai correligionarii. La distribuzione geografica delle quattro classi della gente cristiana nel nono secolo, non mi par difficile a ritrovare. Il Val di Mazara, sede delle colonie musulmane, era pieno di schiavi e vassalli; e cotesti ultimi soggiornavano in città e terre insieme coi Musulmani, più tosto che soli(886). Al contrario gli abitatori del Val di Noto, per un secolo in circa dalla metà del nono alla metà del decimo, sembran tutti cristiani, e le città loro più tostò vassalle che tributarie(887). Tutte le città independenti, come già il dicemmo, e alcuna tributaria, eran ristrette in Val Demone.
      Dall'ordine politico e sociale or ci volgeremo alle vicende intellettuali e morali.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





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