Pagina (434/677)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Pure il fatto è certo, perchè necessario, e perchè le soscrizioni dei vescovi siciliani scompariscono a poco a poco dagli atti dei concilii; non si parla più di loro nelle croniche; e il solo di cui si abbia memoria, verso la fine dell'undecimo secolo, è quel di Palermo, chiamato arcivescovo; del qual cenno noi tratteremo a suo luogo.
      Aprendo i volumi delle agiografie siciliane reca maraviglia lo scarsissimo numero dei martiri dell'epoca musulmana. A spiegar ciò non basta la dimenticanza che necessariamente seguì nel decimo e undecimo secolo, quando la più parte della popolazione confessava un Dio solo e Maometto apostol di lui. Sendo rimasi tuttavia molti Cristiani in Sicilia, e surti in Calabria novelli monasteri ove riparavano frati siciliani, è manifesto che la tradizione non potea perire. Martiri da un'altra mano non ne mancavano. Migliaia di combattenti, fatti prigioni e proposta loro talvolta, a rigor del dritto di guerra, l'alternativa tra l'apostasia e la morte, eleggeano francamente la morte; come fecero sempre e in ogni luogo i soldati dell'impero bizantino. Ma il clero non volea santi laici, molto meno soldati; e di certo mandava all'inferno quei martiri che innanzi non fossero stati bacchettoni. De' suoi, il clero non ne forniva; perdonandosi per legge musulmana la vita ai preti e ai frati fuorchè se avessero combattuto: il che non avveniva giammai nella Chiesa Greca. Perciò sì poche le vittime cui il martirio desse titolo di santità. Si noverano tra quelle, nel primo impeto del conquisto, San Filareto e altri frati di che facemmo ricordo nell'assedio di Palermo (831): e furon presi fuggendo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia dei musulmani in Sicilia
Volume primo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1854 pagine 677

   





Palermo Dio Maometto Cristiani Sicilia Calabria Chiesa Greca San Filareto Palermo