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      Abd-Allah par modello dell'ottimo principe musulmano del medio evo: prode della persona, cavaliero e schermidore perfetto, savio capitano, bell'ingegno, poeta, dialettico, erudito, rettorico, e, quel che monta assai più, giusto, magnanimo, benigno, temperato nell'esercizio del comando, osservatore d'ogni precetto di sua religione. Preso lo Stato alla abdicazione del padre246, mandò lettere circolari da leggersi al popolo adunato, per le quali promettea zelo nella guerra sacra, e nel governo umanità, giustizia, amor del ben pubblico. E che non scrivesse ciance di principe nuovo provollo coi fatti, chiamando appo di sè un consiglio di molti savii e dotti uomini (queste son le parole d'Ibn-el-Athîr), che lo aiutavano a condurre gli affari secondo giustizia e proponeano i provvedimenti richiesti dalle condizioni del popolo. Come i predecessori, sedè egli stesso nel Tribunal dei soprusi. Volle che i magistrati ordinarii rendessero ragione, senza contemplazion di persone, contro oficiali, cortigiani, congiunti o figli del principe e contro lui medesimo. Eletto il novello cadi dal Kairewân, gli commise di reprimere severamente i soprusi dei riscuotitori delle tasse e proteggere gli oppressi. Riformò al tempo stesso la corte: vestitosi di lana come i primi califi; sgombrati que' nugoli di pretoriani; fuggito a precipizio dalle insanguinate castella del padre, sì che soggiornò nei primi tempi in una casuccia di mattoni, poi ne fece acconciare una più spaziosa, comperate entrambe del proprio.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





Stato Ibn-el-Athîr Tribunal Kairewân Preso