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      Non solo tutta la gente kotamia, ma anco altre popolazioni berbere seguiron volentieri un capo che promettea la venuta del Messia e quanto prima soggiogati tutti i popoli della Terra, e fatto spuntare il sole di Ponente; e dava pur qualche arra de' prodigii. Arra la vittoria, il bottino, la propria temperanza, austerità, abnegazione, l'abolizione del kharâg o diciamo tributo territoriale, antichissimo sopruso degli Arabi sopra i Berberi: e questo ribelle, entrato a Tobna, e recatogli il danaro pubblico, rendeva il kharâg ai possessori musulmani; aboliva le tasse non prescritte nel Corano o nella Sunna; e bandiva ai popoli che ormai non avrebbero ad osservare altre leggi che i sacri testi. All'incontro i sudditi fedeli pagavan troppo caro le vergogne di Ziadet-Allah. Gli eserciti, accozzati di stanziali e avanzi del giund, che è a dire di tormentatori e tormentati, marciavano di pessima voglia; e talvolta sbaragliavansi pria di venire alle mani, non ostante gli immensi appresti d'armi e macchine da guerra; e quali capitani lor potea dare tal principe? Entro pochi anni, Abu-Abd-Allah minacciò la metropoli dell'Affrica (907). Il tiranno, provatosi a far grande armamento e montare a cavallo egli stesso, tornò addietro spaurito a Rakkâda, rifatta sede della corte aghlabita; afforzolla con mura di mattoni e mota250; affidò l'esercito, troppo tardi, ad un uom di guerra di sangue aghlabita, per nome Ibrahim-ibn-abi-Aghlab; la cui virtù non valse che a ritardare la vittoria del nemico.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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