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      Ei che conoscea la tempra di cotesti affratellamenti, ricusò; fuggì; corse a nascondersi in una grotta; venuti a trovarlo i notabili di tutta la Sicilia musulmana, stette saldo al niego e a dir che non si fidava di loro. Ma incalzando essi nell'inchiesta, e giurandogli d'ubbidirlo infino alla morte296, si raccomandò a Dio ed accettò. Il lunedì diciotto di maggio, il popolo siciliano lo investiva solennemente dell'oficio di emiro297. Esordì compiendo il primo precetto di legge musulmana, con mandare uno stuolo in Calabria, nella state del novecentotredici; il quale, assaliti i Cristiani, ne riportò bottino e prigioni298.
      Indi Ibn-Korhob levò l'animo a maggiore impresa. Dopo la guerra d'Ibrahim-ibn-Ahmed, i Cristiani di Valdemone aveano ristorato, con Demona e altre castella, anco Taormina: opera di gran momento, poichè i cronisti musulmani in questo incontro chiamanla Taormina la Nuova. Si accingeva egli dunque ad espugnarla un'altra fiata, con intendimento, come si vociferò, di riporvi sue sostanze, famiglia e schiavi, ed afforzarvisi in caso di guerra civile; ma il disegno sembra piuttosto di compiere ed assicurare il conquisto del Valdemone. Che che ne fosse, mandovvi il proprio figliuolo Ali con un esercito; il quale stette per tre mesi all'assedio, finchè molte schiere, forse dei Berberi, si abbottinaron gridando non voler combattere per mettersi un altro giogo sul collo: ed arsero bagaglie e padiglioni del capitano; e lo cercavano a morte, se non che fu difeso dagli Arabi.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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