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      Somigliante messaggio inviņ, a nome d'Ismaele, agli altri notabili della fazione. Entrati tutti senza sospetto, lasciando gli stuoli di lor séguito alle porte del palagio, l'emiro li intrattenne con bei ragionamenti e cortesie fino ad ora tarda; non traspirando fuor le mura altro che allegrezza: poi richiese la brigata di spender quella notte in festa secolui e che la dimane si cavalcherebbe alla villa dei Beni-Tabari e fe' dire ai seguaci di fuori, si ritirassero a casa e tornassero la dimane, poichč lor signorie rimanean ospiti dell'emiro. Al sacro nome d'ospitalitą niuno pensņ a male. E la dimane si videro appiccati ai pali tanti cadaveri mutili delle mani e dei pič. Erano Ismaele-ibn-Tabari, Regiā-ibn-Genā un Mohammed e parecchi altri di cui non si ricordano i nomi471. Tenne dietro al supplizio la confiscazion dei beni. Fatto il colpo, crebbero i partigiani di Hasan; il reggimento piacque all'universale dei cittadini; la colonia posņ dai tumulti; ripigliņ animo e forze: cosģ litteralmente le croniche472. Ed e' si comprende come l'utile colpa sia stata approvata non solo da chi scrisse, ma anco da chi vide e forse dalla pił parte del popolo che ne fruģ. Oltre i costumi dei tempi, oltre l'ammirazione volgare della vittoria, oltre l'invidia soddisfatta di questo e di quello, ei non si puņ negare che il misfatto di Hasan tornņ utile al pubblico; poichč i Tabari, i Genā, i nobili di Palermo e lor clientele non erano al certo tribuni zelanti del ben pubblico, ma tirannelli che disputavan tra loro e ad un tiranno pił grande il dritto di sopraffare la gente minuta.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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