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      Ci torna da tutti i lati quell'operoso commercio tra la Sicilia e l'Affrica, che necessariamente dovea nascere dalle relazioni politiche de' due paesi e che portava seco una somiglianza di industrie, d'incivilimento letterario, e di costumi. Al frequente passaggio che si č visto di uomini notabili dall'Affrica in Sicilia, si puņ contrapporre il tramutamento di coloni che andavano a tentar la sorte nella madre patria, ai quali si dava, sia per nascita, sia per lungo soggiorno, il nome di Siciliani. Taluno salģ ad alto grado in Affrica. Leggiamo tra i governatori di Tripoli uno Scekr, detto il Siciliano, che dič principio il dugentosessantanove (882-83) alla fabbrica d'una cisterna monumentale, e compič una cupola nella moschea giami'514. Le mura della stessa cittą furono ristorate ed ampliate il trecentoquarantacinque (956-957) da Abu-l-Feth-Ziān il Siciliano, motewalli, o vogliam dire delegato al reggimento del paese515. E poco fa ci č occorso di nominare il capitan siciliano Boscera nelle battaglie dei Fatemiti contro Abu-Iezīd516.
      Perchč poi non mancasse alla colonia un vizio grave della madre patria, veggonsi i Siciliani gareggiar coi fratelli d'oltremare nei fasti dell'ascetismo musulmano. Operano le superstizioni nei popoli come i liquori inebbrianti nel corpo umano; i quali all'assaggiarli dan vigore e brio; poi turbano il cervello, concitano sovente a rabbioso furore; alla fine snervan l'uomo, lo fan cadere in letargo o senile imbecillitą. La macchina soprannaturale dell'islamismo, dopo avere aiutato a conseguire gli effetti morali, sociali e politici, ai quali aspiravano le nazioni dell'Asia anteriore, invasņ i Musulmani d'infecondo ardore teologico e li assopģ nei vaneggiamenti delle espiazioni e propiziazioni: e cosģ quello zelo ch'era stato virtł giovando all'universale, si mutņ in vizio, quando portņ a sanguinose discordie, o peggio, alla devota misantropia, allo straziar sč stesso senz'altrui pro, allo sciogliersi dai legami della famiglia e della cittą, allo scambiar la moneta sonante delle virtł umane con polizze su l'altro mondo, non pur sottoscritte dal fondator di loro religione, ma dagli interpreti di seconda e terza mano.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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