Pagina (179/654)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Mentre Niceta guazzava per trecento miglia di costiere col grosso del navilio, Manuele Foca s'avviluppò col grosso de' cavalli tra i precipizii dei monti Nettunii, per dare aiuto a Rametta. La quale, a guardarla in su la carta, è vicina a nove miglia a Messina603; ma vi si frappone erto il Dinnamare, che guarda entrambe le acque del Ionio e del Tirreno e dalla cima sovrasta a quelle per tremila trecento piedi. Pertanto chi cavalchi da Messina a Rametta, dèe prender lungo giro intorno la montagna per settentrione e ponente infino a Spadafora, o per mezzogiorno infino a Mili, e risalir dall'una o dall'altra per le convalli; delle quali strade la prima corre ventiquattro miglia, l'altra più di trenta. Sboccano in una pianura ritonda di tre o quattro miglia di diametro; in mezzo alla quale spiccasi in alto una collina o piuttosto immane masso, che vi si poggia per un sol viottolo aspro e faticoso di mezzo miglio; e la cima disuguale è tutta coronata di mura. Quest'è Rametta. Il piano d'intorno sembra l'arena di un circo apparecchiato ad eserciti per duellare a ultimo sangue. Gli fan chiostra scoscese e spaventevoli coste, fendendosi quanto basti ad aprir la via per settentrione a Spadafora, per mezzogiorno a Mili; e un'altra gola verso ponente conduce a Monforte. Dal lato orientale taglia la pianura un burrone tirato quasi a filo per parecchie miglia da mezzodì a tramontana: profondo squarcio di terreno siliceo, targo, precipitoso; e all'imo fondo è talvolta stagliato come fosso di fortezza, che non dà via a calarvi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





Niceta Manuele Foca Nettunii Rametta Messina Dinnamare Ionio Tirreno Messina Rametta Spadafora Mili Rametta Spadafora Mili Monforte