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      Profferiscono alli schiavi l'emancipazione e il partaggio dei beni, s'e' vogliono armarsi coi padroni e tutti insieme vincere e godersi la libertà, o morire. A che assentendo gli schiavi, gli uni e gli altri in una sola falange fecero impeto su i Bizantini; li ruppero e cacciarono dall'isola: e dopo la vittoria si compiè la riforma promessa; il nuovo popolo di Malta si ordinò con sì bella concordia, e indi tanta forza in picciola massa, che i Cristiani non osarono assalirlo mai più. Scrivea così un contemporaneo; al quale si potrebbe credere cotesto esempio di felice prudenza senza accettarne tutti i particolari. I nemici erano al certo schiera spiccata dall'esercito di Maniace. Il partito fu preso pubblicamente quando i Bizantini occupate le campagne di Malta strignessero d'assedio la città; o piuttosto nacque in una cospirazione dei Musulmani, soggiogati innanzi il mille quaranta, e sollevatisi appresso, ad esempio della Sicilia1036.
      Dove la cacciata dei Bizantini avea dato anco la pinta all'ordine sociale ingiusto e mal fermo, surto dal conquisto musulmano; ma nell'isola piccina lo si racconciò patriarcalmente con una riforma; nell'isola grande gli elementi più complicati, diversi secondo le regioni ed aizzati già dalla guerra civile, non potendo accordarsi, scissero il paese in più Stati. A misura che sgombravano i Bizantini, i Musulmani sottentrarono confusamente. Qui la moltitudine occupò senza trar colpo il castello afforzato e poscia abbandonato dal nemico; là avventossi contro picciol presidio e fecelo in pezzi; a tal altro luogo corse una frotta di disertori berberi dell'esercito di Moezz, o uno stuolo di giund siciliano con la bandiera di Simsâm o senza.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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