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      Un cristiano di Calabria di quell'etą, rassegnando le maraviglie della Sicilia, non descrive conflagrazioni dell'Etna, ma ne fa supporre seguķte di recente, poichč riflette che tanti filosofi de' tempi antichi e de' suoi proprii avean sottilizzato su l'origine di quel fuoco senz'altra conchiusione che d'accrescere i dubbii e provar la ignoranza dei mortali1097. Bekri, contemporaneo e straniero, parla solo del borkān in due isolette adiacenti, dalla parte di settentrione, al certo Stromboli e Vulcano: prodigio di natura, dove tacendo il vento meridionale s'udiva un terribil fragore come di tuono1098. Altri scrivean del fuoco perenne dell'Etna al quale uom non osava appressarsi; ed aggiungeano maravigliando che la materia ignita tolta dal suo luogo si spegnesse incontanente1099. Le medesime eruzioni che Abu-Ali, o alcuna pił recente, vide il dotto e devoto Siciliano Abu-l-Kāsim-ibn-Hākim, rifuggito a Bagdad; dov'ei narrava, forse il millecentoventidue1100, al viaggiatore Abu-Hāmid da Granata, il fuoco dell'Etna risplendere talvolta a dieci parasanghe, in guisa che non occorre fiaccola nč lucerna nei villaggi o strade di campagna. Tra le fiamme, proseguia, scagliansi in alto massi di fuoco, somiglianti a balle di cotone, i quali infrangendosi ricadon a terra e si fan pietra bianca, o in mare e tornano in pietra nera e porosa, l'una e l'altra lieve da galleggiare sull'acqua. Aggiugnea suoi prodigi: i sassi e la sabbia, tocchi da quel fuoco, avvampar quasi bambagia, e divenir polve negra simile all'antimonio; ma l'erbe e le vestimenta non accendersi alla lava, che consuma soltanto le pietre e gli animali, sģ com'č scritto del fuoco della gehenna1101. Un altro barbassoro musulmano di Sicilia affermava al viaggiatore Herawi dopo il millecentosettantatrč, che un uccello color di piombo in forma d'una quaglia solea svolazzare dal fuoco dell'Etna e rituffarvisi, ed era appunto la salamandra; ma io non ho visto altro che pomici nere, aggiugne Herawi1102. Tanto ricaviamo dagli Arabi su la storia naturale dell'Etna: nel che non ho voluto metter da canto nč le minuzie nč le favole, e con Herawi son giunto infino alle eruzioni della seconda metą del duodecimo secolo, ricordate ormai dagli scrittori latini.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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