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      I frammenti poetici del quale spiran l'orgoglio guerriero della nobiltą non mansuefatto dalle elucubrazioni legali, e ci svelano che l'autore navigasse a golfo lanciato tra i tumulti e le trame che s'alternavano in Palermo1245.
      Verso il milletrenta, si trovņ in Spagna Abu-Fadhi-Abbās-ibn-Amr, siciliano, il quale apprese da Kāsem-ibn-Thābit di Saragozza la spiegazione dei vocaboli e modi disusati delle tradizioni ed insegnolla ad altri Spagnuoli; onde sembra stanziato nel paese1246. Abu-Bekr-Mohammed-ibn-Sābik, nella generazione seguente, uscito forse in pellegrinaggio, apparņ tradizione alla Mecca da parecchi dottori, tra i quali primeggia Karīma figliuola di Ahmed-Marwazi; e in luogo di tornare in Sicilia ove non era oramai che guerre e stragi, aprģ scuola in Granata; ma sentendovi anco mal fermo il suolo, passņ in Egitto; e quivi morģ di gennaio del mille e cento. Lasciņ in Granata desiderio di sč, e fama di gran teologo1247. Son anco ricordati com'ottimi tradizionisti il Sementari, Ibn-Mekki, Ibn-Abd-el-Berr ed Ibn-Kattā; del primo dei quali diremo tra i mistici, e degli altri tra i filologi. Sopra tutti s'innalzņ il Mazari.
      Cosģ chiamato dalla cittą nativa e Temīmi dalla tribł, per nome Abu-Abd-Allah-Mohammed-ibn-Ali-ibn-Omar-ibn-Mohammed1248, giurista malekita, uom sommo, scrive Ibn-Khallikān, nella dottrina testuale e critica delle tradizioni1249. Celeberrimo nelle scuole musulmane il suo commentario1250 di tradizione intitolato Il maestro delle dottrine (contenute) nel libro di Moslim.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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