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      Perchè l'acciaro nelle nostre mani ragiona1460, e nelle altrui si fa mutolo. Ma dalla casa mi guardano furtivamente begli occhi travagliati dalla vigilia e dal pianto, che il dolore dì e notte li avea dipinti di kohl1461; una manina incantatrice muove le dita a salutarmi. Oh dilettoso giardino, la cui sembianza viene a visitar le pupille aggravate di sonno e le schiude all'immaginativa! Io sospiro la mia terra; quella nel cui seno si fan polvere le membra e le ossa de' miei, chè già se n'è ito il fior della prima gioventù, alla quale tornan sempre le mie parole1462.
      Sotto il bel cielo di Spagna, nelle regioni temperate dell'Affrica settentrionale, il poeta siracusano non obbliò mai quel paese "cui la colomba diè in presto sua collana, e il pavone suo splendido ammanto1463; dove i raggi del sole avvivan le piante d'amorosa virtù ch'empie l'aere di fragranza1464; dove respiri un diletto che spegne le aspre cure, senti una gioia che cancella ogni vestigio d'avversità."1465 Pur l'alto sentimento che gli facea parer più belle le naturali bellezze della Sicilia, lo ritenne dal tornar a vederla serva; gli dettò versi di rampogna no, ma di compianto e di verità, ch'è primo debito di cittadino alla patria. Ripetendo ed esaltando in mille modi il valore delle persone1466, ricordava sospirando, esser morta nel paese la virtù della guerra1467. E in età più matura sclamava:
      Oh se la mia patria fosse libera, tutta l'opera mia, tutto me le darei con immutabile proponimento.
      Ma la patria come poss'io riscattarla dalla schiavitù nelle rapaci mani dei Barbari?


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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