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      613 Si confrontino: Ibn-el-Athîr, Abulfeda, Nowairi, Ibn-Khaldûn. Il Di Gregorio, Rerum Arabicarum, p. 18, tradusse l'ultima parte della leggenda incisa su la spada "multum is sanguinem fadit in manibus Apostoli Dei," scostandosi dalla versione francese di M. Caussin; il quale (Histoire de Sicile... du Nowairi, pag. 34, in appendice a Riedesel, Voyages en Sicile ec.) gli rimbeccò che la frase arabica "nel mezzo delle mani" significa non già "nelle mani" ma "in presenza." E ciò è verissimo; quantunque si potrebbe allegare a difesa del Di Gregorio qualche raro esempio ch'egli non conoscea di certo, nel quale la detta frase ha il significato litterale "nelle mani" ovvero "per le mani." Ma nel caso nostro parmi dubbio essere stata cotesta spada in pugno non che di Maometto, ma d'alcun dei primi guerrieri dell'islamismo. Litteralmente abbiamo: "lungo (è) quanto fu percosso con esso (brando) nel mezzo delle mani ec.;" il che si può intendere in presenza di Maometto, dalla parte sua o dalla parte contraria. E mi appiglierei a quest'ultimo supposto anzi che ai primo, per l'ambiguità che pare studiata, e sopratutto perchè manca la formola (ferì) "nella via di Dio" cioè in difesa della religione. Il peso della spada torna da sette ad ottocento grammi, variando il mithkal secondo i tempi e i luoghi.
      614 Nowairi. L'appellazione 'Ilg non si dava ordinariamente ai Bizantini (Rûm) nè ai Persiani ('Agem). Il compilatore, o forse il cronista, adoperò la stessa voce 'ilg per designare il Palata alemanno, o piuttosto armeno, di cui nel Libro II, cap.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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