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      Perciò Aroldo, visto che tanti stormi di uccelletti volassero dalla città al bosco vicino, fa impiastrar di bitume certi alberi, e presi gli uccelli lor fa attaccare addosso schegge di pino sparse di zolfo e cera, e messovi fuoco lascia gli innocenti animali; sì che tornandosi a lor nidi nei tetti di strame, appiccarono l'incendio per ogni luogo della città e la fu obbligata ad arrendersi. (Lo stesso tiro è attribuito nelle saghe alla granduchessa Olga, ai re di Danimarca Hadding e Fridleif ed a Gurmund pirata.) Un'altra città più grossa, lungamente assediata, cadde con questo stratagemma: che Aroldo s'infinse malato e poi morto, e volle farsi seppellire con sontuoso funerale in città; dove i frati fecero a gara per averlo ciascuno in sua chiesa. Armati di sotto e coperti di lunghe gramaglie egli e pochi Varangi recavan la bara; mettean mano alle spade quando furono in su la porta, ed aprivano il passo a tutto l'esercito. (Somigliante strattagemma è attribuito a Roberto Guiscardo in Calabria, a Frode I, re di Danimarca ed a molti altri condottieri.) Infine stringendo un castello inespugnabile, i Varangi fingono di avvicinarsi senz'arme e giocar tra loro per beffarsi del presidio; i soldati del presidio, per non parer da meno, fan lo stesso; e replicato lo scherzo parecchi dì, i Varangi una volta traggono lor coltellacci nascosi ed occupano al solito la porta, con aspro combattimento, nel quale Aroldo fece andare innanzi con la bandiera un Haldor che fu gravemente ferito e rinfacciò il re di codardia.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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