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      Le "case" della vita del regno e degli altri destini, rispondono ai punti dell'ecclittica divisa in dodici parti uguali facendo capo dal tâli', in un MS. d'astrologia intitolato Kitab-en-Nogiûm, Biblioteca di Parigi, Ancien Fonds, 1146, fog. 13 recto, la casa della vita è appunto all'oroscopo, e quella del regno al quarto scompartimento a sinistra; il che non risponde al sistema del falso Tolomeo. Anche le denominazioni son alquanto diverse; e il campo al sistemi era libero in vero agli astrologi.
      1089 Trecento miglia.
      1090 Marûg-ed-Dseheb e Tenbîh nella Biblioteca Arabo-Sicula, testo, p. 1, 2. Masudi alle altre favole aggiugne che perì nell'Etna Porfirio, autor dell'Isagoge.
      1091 Il testo ha Arzen che i dizionarii arabi definiscono vagamente albero di legno durissimo da far bastoni, ma è precisamente il cedro. Non si noverano tra gli altri alberi le querce.
      1092 Questo personaggio par favoloso. Edrisi chiama Tûr il monte di Taormina, santuario famoso; e questo ricorda la falsa etimologia di ????? ?????? ???? ??????, su la quale facea sì gravoso scherzo l'arcivescovo Teofane Ceramèo.
      1093 Kazwini, trascrivendo questo passo come nel Mo'gem, aggiugne la voce "sulfurei," ch'è giudizio forse suo proprio e non d'Abu-Ali.
      1094 È il plurale di khebeth, scoria. Questa voce, non è rimasa nel dialetto siciliano, nel quale la lava impietrata si chiama "sciara:" e parmi bella e buona la voce arabica scia'râ che significa propriamente "irsuta" e in sostantivo "luogo coperto di piante" e "bosco".


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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