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      E questi lavori, sebbene gli procurassero qualche lavata di capo dal buon Guldberg, formavano la sua felicità, in mezzo agli stenti di quel tempo.
      Era così entusiasta di una sua tragedia Alfsol scritta allora allora, che un giorno andò a trovare l'Ammiraglio Wulff, il traduttore danese dello Shakespeare: "Lei ha tradotto Shakespeare?" - disse il ragazzo entrando: "Ed anch'io lo ammiro immensamente; ma ho scritto una tragedia originale. La prego di starla a sentire." E, senza aspettare risposta, gliela lesse, tutta d'un fiato.
      Un'altra volta andò da Just Matthias Thiele, il celebre raccoglitore delle novelle popolari danesi. Entrò, fece un profondo inchino, buttò il cappello in un angolo, e disse senz'altro: "Permette Vossignoria che le esprima le mie idee sul teatro, in un lavoro di mia composizione?" Prima che il Thiele potesse riaversi dalla sorpresa, gli spifferò una lunga tirata, passando poi, senza dargli tempo di fiatare, a varie scene della sua tragedia, in cui sostenne da sè, naturalmente, tutte le parti. Poi fece un altro profondo inchino, come usano gli attori al proscenio, e se ne andò, senza dare al Thiele nemmeno la sodisfazione di sapere con chi avesse a fare.
      Anche la tragedia, che era piaciuta ad un vecchio prete amico dell'Andersen, non fu accettata dai direttori del teatro. Ma poi che ad uno di essi, il Rahbek, era stata dal prete raccomandata, egli si prese la briga di leggerla; e giudicò che, pure essendo tutt'altro che una buona tragedia, il giovane autore vi rivelava tali facoltà, che meritavano d'esser coltivate.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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