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      Non li toccare!
      - urlò la Morte. "Tu dici che sei infelice, e vorresti fare che un'altra mamma fosse altrettanto infelice di te?"
      Un'altra mamma!
      - mormorò la povera donna: e lasciò subito i fiori.
      Eccoti i tuoi occhi;
      - disse la Morte: "Li ho pescati nel lago: luccicavano tanto!... Non sapevo che fossero tuoi. Riprendili, (ora essi vedono più chiaro di prima), e guarda giù in fondo a questo pozzo. Ti dirò i nomi dei due fiori, che tu volevi strappare, e tu ne vedrai tutto l'avvenire, tutta la vita umana; e vedrai quello che volevi turbare od annientare."
      Essa guardò nel pozzo, e fu tutta beata di vedere come l'uno fosse per il mondo una benedizione, e quanta felicità e quanto bene spandesse intorno a sè. Vide il destino dell'altro, ed era tutto guai e miserie, sventura e patimento.
      Entrambi sono secondo la volontà di Dio!
      - disse la Morte.
      Quale è il fiore della sventura, quale il fiore della felicità?
      - domandò essa.
      Ah, non te lo dico;
      - rispose la Morte: "Ma questo solo saprai da me: che uno dei due fiori era quello del tuo bambino, che uno era il destino del tuo figliuolo, e che tu hai veduto il suo avvenire."
      Allora, la madre fu presa dal terrore e gridò: "Quale dei due era il destino del mio bambino? Dimmelo! Risparmia l'innocente, risparmia il mio bambino da ogni sventura! Piuttosto, portatelo via! Portalo piuttosto nel Regno di Dio! Dimentica le mie lacrime, dimentica tutto quello che ho detto, tutto quello che ho fatto!"
      Non ti capisco!
      - disse la Morte: "Vuoi tu riavere il tuo bambino, o debbo portarlo via con me, dove tu non sai?


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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