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      Il Re del mare era allora vedovo da molti anni e gli governava la casa la sua vecchia mamma; brava donna, ma superba della propria posizione, tanto che portava dodici ostriche attaccate alla coda, mentre agli altri grandi della corte non era concesso di portarne che sei. Eccettuata questa debolezza, era degna del resto di tutto il rispetto, specialmente per il gran bene che voleva alle sue nipotine. Le Principesse del mare erano sei belle bambine; la più giovane, però, era la più bella di tutte; aveva la pelle chiara e liscia come le foglie di rosa, e gli occhi azzurri come il mare più profondo; ma, al pari di tutte le altre, non aveva piedi, perchè il corpo finiva in una coda di pesce.
      Tutta la giornata potevano giocare nel castello, giù negli ampii vestiboli, dove i fiori vivi spuntavano dalle pareti. Le grandi finestre d'ambra erano aperte, e i pesci entravano nuotando, proprio come fanno le rondini da noi, che volano dentro per le finestre aperte; ma i pesci andavano difilati alle Principesse, prendevano il cibo dalle loro mani, e si lasciavano accarezzare.
      Davanti al castello, c'era un grande giardino, con bei fiori d'un rosso acceso o del turchino più cupo; le frutta rilucevano come l'oro, i fiori parevan fiamme di fuoco; e agitavano di continuo gli steli ed il fogliame. Il terreno stesso era di finissima sabbia, ma azzurrognola, come la fiamma dello zolfo. Una curiosa luce azzurra era diffusa per tutto; ci si sarebbe creduti più tosto su nell'aria, con la volta del cielo al disopra e all'intorno, che in fondo al mare.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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