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      Sembrò impaurirsi, ma solo per un momento, e subito corse a chiamare le altre. La sirenetta vide che il Principe riprendeva i sensi e sorrideva a quelli che gli stavano d'intorno. Ma a lei non diede un sorriso: nemmeno sapeva ch'era stata lei a salvarlo. Ed ella ne fu tutta triste, e quando l'ebbe veduto entrare nel grande edifizio, si tuffò nel mare profondo e tornò al castello del padre suo.
      Era sempre stata mite e melanconica; tanto più ora. Le sorelle le domandarono che avesse veduto la prima volta ch'era salita a fior d'acqua; ma nulla essa volle raccontare.
      Molte volte, al mattino e alla sera, era tornata la sirenetta al luogo dove avea lasciato il Principe. Aveva veduto maturare le frutta del giardino, e le aveva vedute cogliere; aveva veduto sciogliersi le nevi sulle alte montagne; ma non aveva mai riveduto il Principe; ed era tornata a casa ogni volta più sconsolata. Solo conforto le era lo starsene nel suo giardinetto, a contemplare la bella statua di marmo che rassomigliava al Principe; ma non aveva più cura de' suoi fiori; li lasciava crescere come in uno sterpeto, sin nei sentieri, sin che intrecciarono i lunghi steli e le foglie coi rami degli alberi, così che dentro a tutto quel groviglio nemmeno la luce penetrava più.
      Alla fine, non potè più durare, e raccontò tutto ad una delle sue sorelle; e così anche le altre vennero a risaperlo. Del resto, nessuno ne udì parola, all'infuori di poche altre sirene, che svelarono il secreto alle loro amiche più intime. Una di queste sapeva chi era il Principe; aveva assistito anch'essa alla festa a bordo della nave, e raccontò per filo e per segno di dove venisse e dove fosse il suo regno.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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