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      La carnagione della Principessa era bianca e pura, e dietro alle lunghe ciglia sorridevano due occhi sinceri, di un bell'azzurro cupo.
      Voi siete la damigella che mi salvò, quando giacevo come morto sulla spiaggia!
      - disse il Principe, e si strinse al petto la giovane sposa, che si era fatta tutta rossa. "Oh, son troppo troppo felice!" - gridò alla sirenetta: "La mia più cara speranza si è avverata. Tu ti rallegrerai certo della mia felicità, tu, che mi sei più devota di tutti!"
      E la sirenetta gli baciò la mano: le sembrava già che il cuore le si spezzasse, perchè la mattina delle nozze doveva portarle la morte, e tramutarla in una lieve spuma di mare.
      Tutte le campane sonavano a distesa, e gli araldi cavalcavano per le vie, proclamando la promessa nuziale. Su ogni altare ardevano preziosi olii profumati dentro a ricche lampade d'argento. I sacerdoti agitarono i turiboli, gli sposi si dettero la mano e ricevettero la benedizione del Vescovo. La sirenetta, in una veste di sciamito d'oro, reggeva lo strascico della sposa; ma i suoi orecchi non udivano la musica festosa, i suoi occhi non seguivano la sacra cerimonia: ella pensava alla notte della sua morte ed a tutto quello che aveva sacrificato.
      Quella sera stessa, gli sposi andarono a bordo del bastimento. I cannoni sparavano, le bandiere ondeggiavano; nel mezzo del bastimento era rizzato un prezioso baldacchino di porpora e d'oro, coi più ricchi cuscini; e là gli sposi dovevano dormire, godendosi il fresco della placida notte.
      Il vento gonfiò le vele ed il bastimento scivolò via rapido e leggiero sul mare tranquillo.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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