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      Le rondini nulla ne sapevano; ma la cicogna, fatta pensosa, scrollava il capo e diceva:
      Sì, credo di saperne qualche cosa. Ho incontrato molti bastimenti nuovi, tornando dall'Egitto; e i bastimenti avevano certi alberi alti... M'immagino che fossero quelli. Odoravano di pino. Posso darti la mia parola ch'erano maestosi, molto maestosi.
      Oh, se fossi grande abbastanza da andar per mare! Che roba è questo mare? A che somiglia?
      Sarebbe troppo lungo a spiegare...
      - e la cicogna se ne andava per i fatti suoi.
      Godi la tua gioventù,
      - dicevano i raggi di sole: "Rallegrati della tua nuova altezza, della vita giovanile che è dentro di te."
      E il vento baciava l'alberello, e la rugiada lo bagnava di lacrime; ma il piccolo abete non comprendeva.
      All'avvicinarsi del Natale, furono tagliati certi abeti giovani giovani, taluni anche più giovani e più bassi del nostro alberello, il quale era in continua agitazione, dalla gran voglia che aveva di andarsene. Questi piccoli alberi, ed erano per l'appunto i più belli, si caricavano intatti, con tutti i loro rami, sopra i barocci, per portarli fuori del bosco.
      Ma dove vanno tutti?
      - domandava l'abete: "Non sono più alti di me; uno, anzi, era molto più piccino. E perchè a questi non tagliano i rami? Dove li portano?"
      Noi sì, che lo sappiamo! Noi sì, noi sì!
      - pigolarono i passeri. "Laggiù, in città, noi guardiamo dentro dalle finestre. Noi sì, sappiamo dove li portano, noi sì! Oh bisogna vedere come li rivestono, con che lusso, con che splendore! Abbiamo guardato dentro dalle finestre, ed abbiamo veduto come li piantino nel mezzo della stanza calda e li adornino delle cose più belle - mele dorate, noci, dolci, balocchi, e centinaia e centinaia di candeline colorate.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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