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      Le candele andavano consumandosi, e quando erano tutte bruciate, sino al ramo, si spegnevano. Dopo che furono spente, fu permesso ai bambini di spogliare l'albero. Ah, ci si avventarono sopra con una furia, che tutti i rami scricchiolarono. Se la vetta non fosse stata assicurata al soffitto per mezzo della stellina di similoro, sarebbe certo caduto a terra.
      I bambini ballavano per la stanza con i bei balocchi nuovi. Nessuno guardava più l'albero, all'infuori della vecchia bambinaia, che gli si accostò e spiò tra i rami; ma soltanto per vedere se mai un fico od una mela vi fosse rimasta dimenticata.
      Una novella! una novella!
      - gridarono i bambini, e strascinavano verso l'albero un piccolo signore grasso; ed egli vi si sedette sotto: "Così saremo in un bel bosco verde," - disse; "e l'albero avrà la fortuna di sentire la novella. Ma non ve ne posso raccontare che una sola. Volete quella di Ivede-Avede, oppure quella di Zucchettino-Durettino, che cadde giù dallo scalino, ma poi tornò su, e fu rimesso in onore e sposò la Principessa?"
      Ivede-Avede!
      - gridarono alcuni. "Zucchettino-Durettino!" - urlarono gli altri; e ci furono strilli e ci furono anche pianti. L'abete solo rimaneva zitto zitto e pensava: "O io? Che non ci abbia ad entrare?" Ma egli aveva avuto la sua parte nei divertimenti della serata, ed aveva dato, oramai, quello che da lui si voleva.
      E il signore grasso raccontò di Zucchettino, che era caduto giù dallo scalino, ma poi era salito ai più alti onori ed aveva sposato la Principessa.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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