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      .. E finalmente, l'abete fu tutto finito di bruciare.
      Poco dopo i bambini giocavano nel giardino, ed il più piccolo aveva appuntata sul petto una stella dorata, proprio quella che l'abete aveva portata nella più bella serata della sua vita. Era finita, ora: finita la vita dell'albero, e finita anche la novella: finita, finita, finita, come accade di tutte le novelle.
     
      L'AGO
     
      C'era una volta un ago da stuoie, tanto convinto d'esser fino, che per poco non si credeva un ago da cucire.
      Badate di tenermi stretto!
      - disse alle dita che lo cavarono fuori. "Non mi lasciate cadere; se no, per terra, sarà ben difficile ritrovarmi: sono così fino!..."
      La andrà come l'andrà!
      - dissero le dita, e presero l'ago a mezzo il corpo.
      Vedete, eh? Ora vengo, e col mio bravo seguito!
      - disse l'ago da stuoie, e si tirò dietro una lunga agugliata; ma nel filo non c'era nodo.
      Le dita appuntarono l'ago proprio nella ciabatta della cuoca, perchè il tomaio era scoppiato e bisognava darvi due punti.
      È un lavoro troppo grossolano,
      - disse l'ago da stuoie: "Non ne verrò mai a capo. Mi rompo! mi rompo!" E si ruppe davvero. "Non ve l'ho detto? - esclamò: "Sono troppo fino, troppo fino!"
      Ora, poi, non è più buono a nulla!
      - dissero le dita; ma dovettero tenerlo stretto ancora un po', perchè la cuoca vi fece cadere una goccia di ceralacca, a mo' di capocchia, e se ne servì per appuntare lo sciallino davanti.
      Eccomi divenuto uno spillo da signora!
      - disse l'ago da stuoie: "Lo sapevo io, che avrei fatto carriera! Quando si ha qualche cosa in sè, a qualche cosa si giunge sempre!


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345