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      Messer Lungo ch'era il terzo, guardava tutti gli altri d'alto in basso. Fasciadoro, il quarto, si pavoneggiava, perchè aveva una cintura dorata, stretta alla vita; ed il piccolo Pierino Balocchino non faceva nulla di nulla in tutto il giorno, e, per giunta, se ne teneva. Vanterie e spacconate, non si sentiva altro in quella famiglia; e per ciò me ne venni via."
      Ed ora ce ne stiamo qui, e risplendiamo!
      - disse il fondo di bottiglia.
      In quella, entrò molta più acqua del solito nella chiavica, così che andò di fuori, ed il fondo di bottiglia fu portato via.
      Quello ha trovato la sua strada!
      - pensò l'ago da stuoie. "Io, in vece, rimango; sono troppo fino. Ma questo è il mio orgoglio." E se ne stava lì, superbamente, assorto ne' suoi pensieri. "Quasi quasi, direi d'esser nato da un raggio di sole, tanto sono sottile! Davvero che mi par sempre che i raggi di sole cerchino me, di sotto all'acqua. Ah, son così fino, che nemmeno mia madre mi trova più! Se avessi ancora il mio vecchio occhio, quello che mi si ruppe, quasi piangerei... Ma no; non lo farei davvero: piangere non è da gente fina."
      Un giorno, due monelli distesi a terra frugavano nella chiavica, dove alle volte trovavano vecchi chiodi, soldini ed altri simili tesori.
      Oh!
      - gridò l'uno, che s'era punto con l'ago da stuoie: "Ecco un affare per te!"
      Non sono un affare, sono un gentiluomo!
      disse l'ago.
      Ma nessuno gli diede retta. La ceralacca s'era staccata e l'ago era divenuto nero; il nero però snellisce, ed egli si credeva ancora più fino di prima.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





Lungo Pierino Balocchino Fasciadoro