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      I libri andarono per il mondo, e due o tre giunsero sino all'Imperatore. Seduto sulla sua poltrona d'oro, l'Imperatore leggeva e leggeva; ed ogni tanto assentiva col capo, per il compiacimento di trovare le magistrali descrizioni della città, del palazzo e del giardino. "Ma l'usignuolo è il più bello di tutto." - Stava scritto proprio così.
      Che affare è questo?
      - esclamò l'Imperatore: "Io non ho mai veduto usignuoli! Io non so che ci sia un tale uccello nel mio Impero, e tanto meno nel mio giardino. Non ne ho mai neppur sentito parlare. Pensare che debba apprenderlo per la prima volta dai libri!"
      E chiamò il suo Cavaliere d'Onore. Questo Cavaliere era così compito, che quando alcuno, inferiore a lui di grado, osava rivolgergli la parola o fargli qualche domanda, non rispondeva altro che: "P!" - ch'è come dire niente del tutto.
      È scritto qui che c'è un uccello meraviglioso, chiamato usignuolo;
      - disse l'Imperatore: "e niente di meno che pare sia la miglior cosa di tutto il mio Impero. Domando e dico perchè non ne ho mai sentito parlare!"
      Non ho mai sentito questo nome;
      - rispose il Cavaliere: "certo non fu mai presentato a Corte."
      Comando che abbia a venirvi questa sera e che canti alla mia presenza!
      - disse l'Imperatore: "Che tutto il mondo abbia da sapere quel che posseggo, e che non abbia da saperlo io!..."
      Non l'ho mai sentito nominare,
      - disse il Cavaliere, "ma lo cercherò. Lo cercherò e lo troverò."
      Trovarlo, sì; ma dove? Il Cavaliere corse su e giù per tutti gli scaloni, per tutte le sale e gli anditi e i corridoi; ma nessuno tra quanti incontrava aveva mai udito parlare dell'usignuolo.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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