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      No davvero!
      - rispose l'usignuolo: "Esso ha fatto del suo meglio sin che ha potuto; conservalo come solevi sino ad ora. Io non posso fare il mio nido nel palazzo, per viverci sempre; lascia che ci venga quando ne sento desiderio: allora, la sera, mi poserò sul ramo accanto alla tua finestra e ti canterò qualche cosa, che ti farà lieto e pensoso insieme. Ti canterò di quelli che sono felici, e di quelli che soffrono; ti canterò del bene e del male, ch'è intorno a te, e ti rimane celato. Il piccolo cantore vola per ogni dove, presso la capanna del povero pescatore e sul tetto del contadino, e conosce tutti coloro che vivono lontani da te e dalla Corte. Io amo il tuo cuore più della tua corona, e pure anche la corona ha carattere sacro. Verrò, e canterò per te; ma mi devi promettere una cosa."
      Tutto quello che vuoi!
      - disse l'Imperatore, e stava ritto nella sua veste imperiale, che aveva indossata da solo, e stringeva al cuore la pesante spada d'oro.
      Di una cosa ti prego: non dire ad alcuno che hai un uccellino, il quale ti tiene informato di tutto; e a questo modo le cose andranno molto meglio.
      E l'usignuolo volò via.
      I valletti entrarono per dare un'occhiata all'Imperatore morto, e... sì, altro che morto! L'Imperatore era lì, tranquillo, che li salutava: "Buon giorno, ragazzi!"
     
      I PROMESSI SPOSI
     
      Un paléo ed una palla stavano con altri balocchi in un cassetto; e il paléo disse alla palla: "Se ci sposassimo, da che stiamo nello stesso cassetto?" Ma la palla, ch'era ricoperta di marocchino, e pretensiosa come lo sono spesso le belle signorine, non gli diede nemmeno risposta.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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