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      Le imposte della cascina non chiudevano interamente, in alto, il vano delle finestre; e perciò egli poteva vedere benissimo dentro alla stanza. C'era una grande tavola apparecchiata con la sua brava tovaglia, e sopra vitello arrosto, vino, ed un magnifico pesce. La moglie del contadino ed il sagrestano stavano seduti a tavola; e non c'era altri. Essa gli riempiva il bicchiere ed egli piantava il forchettone nel dorso del pesce, ch'era il suo piatto favorito.
      Se potessi arrivarne un bocconcino!
      - pensava Cecchino, allungando il collo verso la finestra. Dio del cielo! Che magnifica torta vedeva di lassù! Ah, quella era certo una cenetta per qualche festa.
      In quella, sentì venire qualcuno a briglia sciolta per la strada maestra. Era il marito della donna, che tornava a casa. Costui era un buon uomo abbastanza, ma aveva una curiosa manìa: non poteva tollerare la vista di un sagrestano. Se gli avveniva d'incontrarne uno, dava nelle furie. Per questo il sagrestano era andato a fare una visitina alla donna, sapendo che il marito era assente; e per questo la buona donna gli aveva messo davanti quel che aveva di meglio. Ma quando lo udirono tornare, si spaventarono, e la donna pregò il sagrestano di cacciarsi dentro ad una cassapanca vuota, che per l'appunto si trovava lì; ed egli fece così, perchè sapeva che il marito non poteva tollerare la vista dei sagrestani. La donna nascose in fretta tutto nel forno, - vino, arrosto e ogni cosa, - perchè il contadino, vedendo quello scialo, non avesse a domandare che cosa significasse.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





Cecchino Dio