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      Ah, sì?
      - sospirò Cecchino dal suo fienile, quando vide riporre tutta quella grazia di Dio.
      C'è gente lassù?
      - domandò il contadino; alzò il capo, e scorse Cecchino. "O tu, che fai costassù disteso? Tant'è che tu entri con me in casa."
      E Cecchino gli raccontò come avesse smarrita la via, e chiese asilo per la notte.
      Ma sì, quanto vuoi!
      - disse il contadino: "Prima però bisognerà mangiare un boccone."
      La donna fece buon viso a tutti e due; stese la tovaglia su di una lunga tavola, e portò un grande piatto di farinata. Il contadino era affamato e mangiava di buona voglia; ma Cecchino non poteva staccar la mente dal magnifico arrosto, dal pesce e dalla torta, che sapeva nascosti nel forno. Sotto la tavola, a' suoi piedi, aveva posto il sacco con la pelle del cavallo; - perchè vi ricordate che la portava a vendere in città. Siccome la farinata non gli piaceva, battè co' piedi il sacco, e la pelle secca ch'era dentro scricchiolò forte.
      O che ci hai tu dentro a codesto sacco?
      - domandò il contadino.
      Ci ho un mago,
      - rispose Cecchino. "Dice che non dobbiamo mangiare farinata; che ha fatto un incanto al forno, e che ci troveremo vitello arrosto, pesce e torta."
      Stupenda questa!
      - gridò il contadino; aperse subito lo sportello del forno, e trovò tutta la buona roba che sua moglie ci aveva nascosta, e ch'egli credeva chiamata lì dal mago. La donna non osò dir nulla, e mise senz'altro le vivande sulla tavola: e così i due mangiarono l'arrosto, il pesce e la torta. Poi Cecchino calpestò ancora il sacco, e fece scricchiolare la pelle.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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