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      Il contadino sollevò un poco il coperchio, e diede un'occhiata dentro.
      Uh!
      - gridò, e balzò indietro: "L'ho visto! Proprio tale e quale il nostro sagrestano! Ah! che orrore!"
      Naturalmente, bisognò berci sopra; e stettero lì a bere sino a notte inoltrata.
      Tu hai a vendermi codesto mago,
      - disse il contadino: "Domanda quanto vuoi: te ne do sul momento uno staio di quattrini."
      No, non posso;
      - disse Cecchino: "pensa un po' a quanti usi mi serve il mio mago!"
      Oh, mi piacerebbe tanto di averlo!
      - esclamò il contadino; e tanto lo pregò e lo ripregò, che alla fine Cecchino disse:
      Ebbene, sia. Sei stato così cortese con me, ospitandomi per la notte, che voglio contentarti. Avrai il mago per uno staio di quattrini; bada però che lo staio ha da essere colmo.
      E colmo l'avrai,
      - rispose il contadino: "Ma devi portarti via anche la cassapanca. Non me la voglio in casa nemmeno un'ora di più. Non si può mai sapere: potrebbe magari esserci ancora dentro!"
      Cecchino diede al contadino il sacco con la pelle secca, e n'ebbe in cambio uno staio di quattrini, e colmo per giunta. E il contadino gli diede pure una grande carriuola per portarsi via i quattrini e la cassapanca.
      Statevi bene!
      - disse Cecchino; e se ne andò coi quattrini e con la grande cassapanca, dov'era sempre rinchiuso il sagrestano.
      Di là dalla foresta, c'era un fiume profondo. L'acqua scendeva così impetuosa, che sarebbe stato ben difficile risalirne a nuoto la corrente. Sul fiume era costruito un bel ponte nuovo. Nel mezzo del ponte Cecchino si fermò, e disse forte perchè il sagrestano sentisse:


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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