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      - disse il topo "Il mio vicino ha preso l'abitudine di venirmi a trovare una volta la settimana. È anche meglio provveduto di me; ha certe grandi sale ed una magnifica pelliccia di velluto nero... Basterebbe che tu riuscissi a farti sposare: saresti sistemata bene per sempre. Peccato che non ci veda!... Devi raccontargli le più belle novelle che sai."
      Ma a Pollicina poco importava di ciò, e non sapeva che farsi del vicino, perchè era un talpone. Venne in pelliccia nera, a fare la sua visita. Il topo badava a dire ch'era ricchissimo e molto istruito, e che la casa di lui era venti volte più grande della sua, e che aveva molta erudizione; ma non amava il sole nè i bei fiori, e non sapeva che dirne male, perchè non li aveva mai veduti.
      Pollicina dovette cantare: e cantò "Maggiolino, vola, vola!" e "Quando il Priore gira pei prati." E allora il talpone s'innamorò di lei, per la deliziosa sua voce: ma non disse nulla, perchè era un talpone riflessivo.
      Tra la sua casa e la loro, il talpone aveva scavato da poco una lunga galleria; e Pollicina ed il vecchio topo ebbero licenza di passeggiarvi qualunque volta loro piacesse. Egli si credette in dovere di avvisarli, però, che non avessero da impaurirsi di un uccello morto che giaceva nel corridoio. Era un uccello intero, col becco e le ali; doveva esser morto da poco, al principiar dell'inverno, ed era sepolto per l'appunto dove il talpone aveva aperto il suo passaggio.
      Il talpone prese in bocca un pezzetto di legno fradicio, che brillava come un lumicino, e andò innanzi a far loro strada per il lungo corridoio buio.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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