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      Che chiasso lassù, nel vecchio Monte degli Elfi!
      - disse una: "Son due notti che non posso chiuder occhio dal gran rumore che fanno. Tanto sarebbe andare a letto col mal di denti, poichè nemmeno quello lascia dormire."
      Debbono esserci novità, lassù!
      - disse un'altra: "Mettono il Monte su due cavalletti, verniciati di rosso, e gli dànno aria, e fanno gran pulizia, sinchè, a mattina, il gallo canta; e poi le figlie del Re degli Elfi debbono aver imparato un ballo nuovo: lo si sente dallo scalpiccìo. Di certo ci dev'essere qualche novità!"
      Sì, ho parlato con un verme di mia conoscenza,
      - disse una terza lucertola: "Veniva diritto dal Monte degli Elfi, dove aveva dissodato la terra notte e giorno: oh, ne aveva sentite di belle! Non ci vede, povera creatura, ma sa molto bene strisciare e tender gli orecchi. Aspettano ospiti al Monte, forestieri di grande riguardo; chi sieno, poi, il verme non me lo volle dire, - o forse non lo sa nemmen lui. Tutti i fuochi fatui sono scritturati per la fiaccolata; tutti gli ori e gli argenti che sono nel Monte, - e ce n'è abbondanza! - sono stati ripuliti, lucidati per bene, ed esposti al chiaro di luna."
      Chi mai saranno questi forestieri?
      - domandarono le lucertole: "Che cosa accade là dentro? Senti che brusìo! Senti che chiasso!"
      Proprio in quel momento, il Monte degli Elfi si aperse, ed una vecchia donzella, cava dietro come una maschera, (e così son tutti gli elfi, sapete bene, - follettini belli a vedere, ma vuoti come la vanità,) scese saltellando dal Monte.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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