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      E questo fu piantato in un vaso, e posto sulla finestra, presso al suo lettino. Si vede che il fiore era stato piantato da una mano fortunata, perchè attaccò, buttò nuovi germogli e ogni anno mise i suoi bocci. La pianticella rappresentava per il piccolo malato il più bel giardino; era tutto il suo tesoro su questa terra. Egli l'annaffiava, ne aveva ogni cura e badava che godesse sino all'ultimo quei pochi raggi di sole che arrivavano al basso finestrino. Il fiore cresceva persino nei sogni del bambino, perchè cresceva per lui solo, per lui solo spandeva il tenue profumo ed allietava la vista. Ed al fiore volse egli il viso al momento della morte, quando il Signore lo chiamò. - Ora, è un anno ch'egli è vicino al Signore, ed un anno rimase il fiore sul davanzale della finestra, dimenticato; per ciò la pianta s'è disseccata, ed al momento dello sgombero fu gettata in istrada con le spazzature. E quest'è il fiore, il povero fiore secco, che abbiamo preso nel nostro mazzo, perchè ha dato più gioia di quanti fiori di lusso sieno nel giardino di una regina."
      Ma come sai tutte queste cose?
      - domandò il bambino, che l'Angelo portava su in cielo.
      Se le so!
      - disse l'Angelo: "Le so, perchè ero io il piccolo infermo, che camminava con le grucce! Pensa se non conosco il mio fiore!"
      Il bambino spalancò tanto d'occhi e guardò il viso raggiante e lieto dell'Angelo, ed in quell'istante si trovarono in Cielo, dov'è eterna gioia e beatitudine. Il Signore si strinse al cuore il bambino morto, e allora gli spuntarono le ali, come all'altro Angelo, e si presero per mano, e volarono insieme.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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