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      È tanto vecchia, tanto vecchia... Come ti dicevo, c'era già prima che la nonna della nonna nascesse; e pure, essa non è che una bambina a paragone dell'Uomo del fiume, il quale è un vecchio personaggio posato, un tipo originale, con le sue ghette di pelle d'anguilla e la giacca tutta scaglie, che ha i bottoni formati da ninfee, con la corona di giunchi sul capo e le alghe tra la barba; - e questo, a dir vero, non gli dà un aspetto troppo elegante.
      A ripetere tutto quanto la campana racconta, ci vorrebbero giorni ed anni; perchè parla, parla senza posa; spesso e volentieri ripete la stessa storia, tal volta breve, tal volta lunga, secondo la fantasia; racconta dei vecchi tempi, dei tempi difficili e tenebrosi, e dice così:
      In cima alla torre di Sant'Albano, dov'io stava, veniva un monaco. Era giovane e bello, ma sempre chiuso ne' suoi pensieri. Dalla stretta finestra, presso alla gabbia di noi, campane, guardava giù al fiume, - il letto del quale era largo allora, - e al lago che era dove in oggi è la palude, e, al di là della prateria, al Poggio delle Suore, dove si vedeva il monastero, con le finestre illuminate delle celle. Egli aveva ben conosciuta, un tempo, una delle giovinette ch'era suora al monastero, e al ricordo il cuore gli martellava forte forte. - Din don, din don!
      Sì, così racconta la campana.
      Nella torre salì una volta il servo scemo del Vescovo; e quand'io, campana fusa nel bronzo duro e pesante, prendevo lo slancio, avrei potuto sfracellargli il capo. Ei s'era posto a sedere proprio accosto a me, e si baloccava con due pezzetti di legno, come suonasse il violino, e cantava: - Quello che ignorano tutti i viventi, io qui lo grido forte: posso cantarlo adesso ai quattro venti, il secreto di morte!


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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