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      L'aria lo sa, il vento lo racconta, la campana ne intende il linguaggio e lo diffonde poi per tutto il mondo - Din don dan! Din don dan!
      Ma sentire tutto ciò, tutto sapere, era troppo; non ebbi più forza di ripetere tante e tante cose; mi sentii stanca stanca, e così pesante, che la trave, dalla quale pendevo, si ruppe, ed io volai giù per l'aria scintillante, sino nel gorgo più profondo del fiume, dove abita lo Spirito solitario. A lui narro, ogni giorno, ogni mese, ogni anno, tutto quanto ho sentito, tutto quanto so - Din dan do, din dan do!
      Così si sente risonare in fondo al Gorgo della Campana, nel fiume Odense; così ha raccontato la nonna.
      Ma il maestro di scuola dice: "Non v'ha alcuna campana che suoni laggiù, perchè suonare non potrebbe! Ne v'ha alcuno Spirito del fiume laggiù, perchè non ci sono maghi nei fiumi!" Quando tutte le campane delle chiese suonano tanto lietamente, allora egli dice che non sono le campane, ma l'aria propriamente che suona, l'aria che porta in giro i suoni. E questo, dice la nonna, l'ha raccontato anche la campana. In una cosa, almeno, sono dunque d'accordo; e dev'essere perciò cosa certa e sicura. "Bada, bada, sta' in guardia!" dicono tutti e due: "Bada a quel che dici, bada a quel che fai!"
      L'aria sa tutto! E intorno a noi, è dentro di noi, parla dei nostri pensieri e delle nostre azioni, e più a lungo della campana, laggiù nel profondo Gorgo di Odense; ne parla nella profonda volta del cielo, su su, lontano lontano, sempre sempre, sin che le campane del Regno dei Cieli suonino per noi - Din don dan!


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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